La Famiglia Paolina in preghiera per le vocazioni
Schema di preghiera per il mese di maggio.
Guida: Lo sviluppo della personalità inizia con la comprensione di se stessi. Occorre valutare quali sono le caratteristiche che ognuno vede in se stesso e le cose che si vogliono migliorare. Identificare e concentrare la propria attenzione sui tratti positivi della personalità quali la fiducia, l’apertura, la perseveranza, la gentilezza e l’umiltà, per rinforzarli. Ognuno ha la propria personalità e non esiste un modo per averne una più felice o più attraente. Si è importanti agli occhi di Dio proprio con quelle caratteristiche, con quei segni distintivi che ci rendono unici. C’è un imperativo vivissimo del nostro Fondatore, che oggi è più che mai impellente: l’umanizzazione del mondo, degli uomini, delle persone; cioè l’impegno per aiutare le persone a recuperare quel “supplemento d’anima” senza il quale non si può sviluppare né trovare la via della pace e della fraternità.
Insieme al giovane seminarista Alberione, viviamo questa ora di adorazione rimotivandoci nel nostro cammino di formazione continua.
Guida: Sotto l’azione dello Spirito Santo apriamo la nostra mente ed il nostro cuore all’ascolto della Parola di Dio che sempre ci illumina.
Dal Vangelo secondo Marco (3,13-19)
Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.
In silenzio rileggo la Parola, la confronto con la mia vita e prendo consapevolezza che la mia vita consacrata ha senso nella misura in cui sto con Lui.
Guida: Nel seminario di Alba, il nostro Fondatore aveva trovato l’ambiente ideale per la sua formazione umana e spirituale. La formazione che riceveva era completa sia sotto il profilo intellettuale sia sotto il profilo spirituale, e ciò favoriva lo sviluppo integrale del giovane seminarista. Tutto ciò che apprese lo volle trasmettere alla Famiglia Paolina.
Da Abundantes Divitiae Gratiae Suae 174- 176 – Spirito e pratiche
Aveva trovato nel Seminario di Alba un ambiente di spiritualità semplice, profonda, operosa.
Nel Seminario arcivescovile di Torino un suo zio aveva fondata un’abbondante pensione da assegnarsi ad un aspirante al sacerdozio della parentela, o, mancando questo, secondo giudicava l’Arcivescovo.
Preferì rimanere nel seminario di Alba, pagandovi la pensione, per il buon spirito che vi aveva trovato, Superiori, confessore, direttore spirituale di molta virtù, zelo, esperienza; ambiente familiare, studio serio, quantunque non di prim’ordine, compagni edificanti.
La predicazione era molto abbondante; meditazioni e letture spirituali e vite di santi degli ultimi secoli; tutto ispirato a San Francesco di Sales, Sant’Alfonso de’ Liguori, Imitazione di Gesù Cristo, San Giovanni Bosco, San Cottolengo.
Ogni domenica, per alcuni anni, un elevato trattenimento su la purezza della dottrina nei vari e più discussi temi e sul dovere di obbedire all’autorità della Chiesa: tenuto sempre dal Vescovo, che non si sapeva distinguere se fosse più profondo in Teologia, o Filosofia, o Diritto canonico, o Sociologia.
Si stava introducendo la Comunione quotidiana, che allora mancava in molti seminari. La disciplina non era pesante, ma si formavano convinzioni profonde; sebbene il complesso era [= fosse] molto diverso dalla Società San Paolo.
Quanto là imparò di utile egli volle arricchirne la Famiglia Paolina, cercando un maggior aggiornamento e aggiungendo quanto meglio serviva a stabilire la vita sopra «ipso angulari lapide Christo Iesu».
Da Abundantes Divitiae Gratiae Suae 22
Rimaneva in fondo il pensiero che è necessario sviluppare tutta la personalità umana per la propria salvezza e per un apostolato più fecondo: mente, cuore, volontà; come volle significare sull’iscrizione posta sulla tomba dell’amico Borello (1904).
Guida: Ringraziamo la SS. Trinità per le meraviglie che ha operato nel Beato Giacomo Alberione e, attraverso di Lui, in ciascuno di noi e chiediamo la grazia di poter raggiungere una piena conformazione al Maestro Divino, sull’esempio del nostro Padre San Paolo e sotto la protezione della Regina degli Apostoli. In questo spirito vogliamo fare nostre le parole del Magnificat:
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.