«La nostra gioia sia piena!» – con queste parole tratte dalla Prima Lettera di Giovanni è stata aperta a Roma la Seconda Assemblea Sinodale delle Chiese in Italia, che si tiene da lunedì 31 marzo a giovedì 3 aprile. È un momento di grazia e discernimento, che rappresenta una tappa decisiva nel Cammino sinodale avviato ormai cinque anni fa. Anche noi Paolini – con don Stefano Stimamiglio, don Antonio Rizzolo, il sottoscritto e alcune sorelle della Famiglia Paolina – siamo presenti per condividere la bellezza e la responsabilità di un processo ecclesiale che interpella profondamente anche la nostra vocazione di comunicatori del Vangelo.
L’introduzione del Card. Matteo Zuppi e gli interventi di Mons. Erio Castellucci e di Lucia Capuzzi tracciano un orizzonte spirituale e pastorale chiaro: la sinodalità non è solo un metodo, ma uno stile evangelico di Chiesa, che nasce dall’ascolto, si nutre del discernimento e si apre alla profezia. Un cammino segnato dalla consapevolezza delle fatiche, ma anche dei frutti – visibili e nascosti – che, come semi del Regno, maturano già nelle nostre comunità.
Il confronto sinodale tiene conto della complessità del tempo che viviamo: crisi sociali e ambientali, conflitti, nuove povertà, sfide educative e culturali. In questo scenario la Chiesa italiana cerca di rinnovare la propria presenza, con umiltà e coraggio, ponendosi in ascolto delle domande profonde delle donne e degli uomini di oggi.
Anche per noi Paolini, questo processo non è solo da osservare, ma da “abitare”. La sinodalità ci chiama a essere protagonisti non di iniziative isolate, ma di una comunicazione ecclesiale che sia realmente a servizio dell’annuncio del Vangelo, capace di accogliere, accompagnare, curare, creare comunione. In questo ci guida l’eredità profetica del nostro Fondatore, il Beato Giacomo Alberione, che ci insegna a leggere i “segni dei tempi” con lo sguardo rivolto a Cristo Maestro, Via, Verità e Vita.
Essere presenti all’Assemblea sinodale significa per noi respirare l’“aria di famiglia” della Chiesa italiana, condividere la passione e l’impegno di tanti laici, presbiteri, religiose e vescovi, e sentirci parte di un popolo in cammino. Continuiamo a farlo nelle nostre comunità, nei nostri mezzi di comunicazione, nelle scelte apostoliche che il futuro ci chiede. Perché anche per noi Paolini la sinodalità non è un’aggiunta, ma una strada per rendere il nostro carisma più fecondo e generativo.
Don Roberto Ponti
Superiore Provinciale
01 aprile 2025