“Sia fatta la tua volontà” nella Bibbia e nel nostro oggi

«In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona…» (Genesi 1,1-4). Inizia così la Bibbia. C’è il caos e le tenebre, ed ecco il “sia” di Dio, il suo sì a una “cosa buona”. Dietro ogni cosa creata e buona c’è questo “sia” di Dio. Tutto ciò che noi possiamo ammirare, contemplare nella natura, esiste per il “sia” di Dio.

Per l’uomo c’è una particolarità: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza» (Genesi 1,26). Ma si tratta sempre del “sia” di Dio. Per l’uomo della Bibbia, soprattutto se in esilio o nella sofferenza, tutto ciò ha un grande significato. Non siamo frutto del caso; siamo voluti. E creati a immagine di Dio in modo da somigliarli. Il testo continua: «dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». L’uomo si trova al vertice della creazione, è posto come dominatore: è un grande privilegio. Ma questo dominio si attua “somigliando” all’agire di Dio: che dà la vita, la favorisce, la custodisce, perché tutto porti frutto.

“Sia fatta la tua volontà” ci fa scoprire questo progetto iniziale, questo progetto di bontà. Un progetto che, nel tempo, si è rovinato a causa del peccato dell’uomo e della sua libertà usata male. Ma Dio non si arrende.

Ed ecco l’incarnazione. Il “sia” di Dio trova la risposta completa nel “sia” di Gesù: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera» (Giovanni 4,34); «Non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (Giovanni 5,30); «Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (Giovanni 6,38). Sino al momento drammatico dell’agonia, nel Getsemani: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà» (Matteo 26,42); «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu» (Marco 14,36). Pur avendo la comprensibile e umana esigenza di evitare la sofferenza, Gesù non esita un istante: sia fatta la tua volontà. Dio è l’Abbà. La scelta di Gesù e la volontà di Dio ovviamente non sono la morte: consistono nel fatto che Gesù non rinnegherà nulla del Vangelo annunciato, anche se questo comporterà la condanna a morte voluta dai capi del popolo. “Sia fatta la tua volontà” si attua nell’accogliere il progetto salvifico di Dio e realizzarlo nell’oggi.

È questo l’insegnamento che Gesù lascia ai discepoli. Nel Padre nostro anche noi possiamo pronunciare il nostro sì: “Sia fatta la tua volontà”, e contribuire così alla realizzazione del regno di Dio, rendendolo presente in ogni situazione della nostra vita e della storia.

[“Voi dunque pregate così: Padre nostro”, 22 – continua]
(successivo) (precedente)