Santificare il Nome è essere una buona immagine di Lui
Afferma Sant’Agostino (Lettera a Proba): «Quando diciamo: Sia santificato il tuo nome, facciamo sapere che desideriamo che il suo nome, il quale è sempre santo, sia considerato santo anche fra gli uomini».
«In questa domanda – la prima! “Sia santificato il tuo nome!” – si sente tutta l’ammirazione di Gesù per la bellezza e la grandezza del Padre, e il desiderio che tutti lo riconoscano e lo amino per quello che veramente è. E nello stesso tempo c’è la supplica che il suo nome sia santificato in noi, nella nostra famiglia, nella nostra comunità, nel mondo intero… La santità di Dio è una forza in espansione, e noi supplichiamo perché frantumi in fretta le barriere del nostro mondo» (Papa Francesco, Udienza, 27 febbraio 2019).
«Diciamo: “Sia santificato il tuo nome”, non perché auguriamo a Dio che sia santificato dalle nostre preghiere, ma perché chiediamo al Signore che in noi sia santificato il suo nome. D’altronde da chi può essere santificato Dio, quando è lui stesso che santifica? Egli disse: “Siate santi, perché anch’io sono santo” (Levitico 11,45). Perciò noi chiediamo e imploriamo che, santificati dal battesimo, perseveriamo in ciò che abbiamo incominciato ad essere. E questo lo chiediamo ogni giorno. Infatti abbiamo bisogno di una quotidiana santificazione» (San Cipriano, Trattato sul Padre nostro).
Un cristiano, proprio perché cristiano, è portatore del nome di Dio: nel battesimo, veniamo immersi nel nome di Dio e ogni volta che facciamo il segno della croce affermiamo di agire in suo nome. Dio, nel Sinai, si era rivelato come “Io sono colui che sono” (cioè: io sono colui che è a favore di…); e Mosè, nel nome di Dio, va a liberare i suoi fratelli dalla schiavitù (Esodo 3,14). Se c’è un mio fratello che è oppresso, santifico il nome di Dio prendendomi cura di lui. «Dio è sempre profanato quando si profana la sua immagine e somiglianza che è l’essere umano; ed è sempre santificato quando si restituisce la dignità umana a chi ne è spogliato ed è oppresso» (Leonardo Boff, El Parenostre).
Ma «Dove sono in realtà i cristiani? Tutt’intorno non vedo che pseudocristiani, che vivono allo stesso modo dei miscredenti», diceva lo scrittore e drammaturgo ceco Milan Kundera. E il Mahatma Gandhi: «Ho letto il Vangelo, stavo per diventare cristiano; poi ho conosciuto alcuni cristiani, e ho deciso di rimanere induista». Friedrich Wilhelm Nietzsche, da parte sua, considerando i cristiani, sosteneva: «Io crederei all’esistenza del Salvatore se voi aveste una faccia da salvati!».
Il nostro comportamento, le parole, il modo con cui ci relazioniamo con gli altri, inevitabilmente parlano di Dio. Dicendo dunque “Sia santificato il tuo nome”, gli chiediamo di non essere un limite al suo amore, e che la comunità cristiana diventi capace di mostrare, in mezzo alla gente e al mondo, la sua presenza salvifica, in modo che tutti possano accogliere il suo nome.
[“Voi dunque pregate così: Padre nostro”, 16 – continua]
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