Non uccidere [3]
Al centro del Decalogo, Dio sancisce: «Non uccidere» (Esodo 20,13 e Deuteronomio 5,17). Gesù conferma il comandamento: «Ed ecco, un tale si avvicinò [a Gesù] e gli disse: “Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?”. Gli rispose: “Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. Gli chiese: “Quali?”. Gesù rispose: “Non ucciderai…”» (Matteo 19,16-18). Questa volontà di Dio quanto è ascoltata?
Il 15 febbraio 2023, in un messaggio alla propria nazione, in guerra, il loro Capo di Stato parlò così dell’eroismo dell’esercito: «Resistono fermamente, eseguono la loro missione e uccidono, il che è probabilmente la cosa oggi più importante, uccidere il maggior numero possibile di nemici». Uccidere, per lui, era la cosa più importante, la carica che motivava chi era al fronte e che doveva entusiasmare, nella solidarietà, quanti non potevano combattere. Allo stesso tempo, esplicitava a cosa servono le armi: a uccidere.
Papa Francesco, inascoltato, più volte è intervenuto contro i massacri che avvengono nel mondo. Nell’ultimo viaggio apostolico in Africa (31 gennaio – 5 febbraio 2023) ha dichiarato: «Il mondo è in guerra, dal Congo all’Ucraina si uccide con una crudeltà che mi sconvolge»; «Da dodici, tredici anni la Siria è in guerra; da più di dieci anni lo Yemen è in guerra; pensa al Myanmar, alla povera gente Rohingya che gira il mondo, gira il mondo perché sono stati cacciati via dalla propria patria. Dappertutto, nell’America Latina, quanti focolai di guerra ci sono! Sì, ci sono guerre più importanti per il rumore che fanno, ma, non so, tutto il mondo è in guerra, è in autodistruzione. Dobbiamo pensare seriamente. È in autodistruzione. Fermiamoci in tempo! Perché una bomba ne richiama una più grande e una più grande e una più grande, e nell’escalation tu non sai dove finirai…»; «Chi si dice cristiano deve scegliere da che parte stare. Chi segue Cristo sceglie la pace, sempre; chi scatena guerra e violenza tradisce il Signore e rinnega il suo Vangelo. Lo stile che Gesù ci insegna è chiaro: amare tutti, in quanto tutti sono amati come figli dal Padre comune che è nei cieli».
Anita Prati, in un dettagliato articolo (Settimana news, 31 gennaio 2023), offre una sintesi delle guerre: «Russi e Ucraini. Ebrei e Palestinesi. Dinka e Nuer. Greco-ciprioti e Turco-ciprioti. Serbi, Croati, Bosgnacchi. Iraniani e Iracheni. Sovietici e Afghani. Americani e VietCong. Egiziani e Israeliani. Nordcoreani e Sudcoreani. Tedeschi e Britannici. Tedeschi e Francesi. Francesi e Italiani. Italiani e Tedeschi. Sovietici e Americani. Cinesi e Giapponesi. Giapponesi e Americani. Austriaci e Italiani. Austriaci e Ungheresi. Francesi e Prussiani. Il filo della Storia si dipana così, di guerra in guerra, di nemico in nemico. Sfilano i decenni, i secoli, i millenni. Il capo del filo, a 4500 anni da qui, porta i nomi di due città sumere, Umma e Lagash. La guerra tra queste due città è la prima guerra di cui ci sia stata conservata testimonianza scritta. […] Nemici: popoli che si odiano, che imbracciano armi per farsi violenza, che si ammazzano reciprocamente… La costruzione del nemico inizia con il dilatare e il dare massima risonanza alle differenze, per poi arrivare alla cancellazione, nell’altro e dall’altro, di ogni traccia di umanità. A questo punto, il nemico è diventato la personificazione del male assoluto. […] La guerra si autogiustifica attraverso una retorica criminale che spaccia per eroismo ciò che, nella sua radice profonda e nella sua concreta realizzazione, altro non è che violenza bruta e assassinio».
La scrittrice e giornalista Giancarla Codrignani, impegnata nel movimento per la pace e più volte parlamentare della Repubblica, scrive (Adista 5 febbraio 2023): «Purtroppo la guerra piace, soprattutto ai maschi. Se non piacesse, non si produrrebbero montagne di armi sempre più raffinate: oltre alle chimiche, biobatteriologiche, nucleari, di cui non si parla mai come non esistessero, sono tante le convenzionali: leggere, pesanti, marittime, aeree e terrestri, perfino nucleari miniaturizzate e droni; anche armi elettroniche e satellitari, scese dai fumetti ad abitare le centrali strategiche pur di fare il peggior male possibile al “nemico” (che dal punto di vista suo pensa lo stesso di voi e vi spara)».
Nell’appello alla pace, il Comitato promotore Marcia PerugiAssisi (Avvenire, 9 febbraio 2023), dopo aver fatto una riflessione sulla quantità e tipi di armi che vengono inviate sui luoghi di guerra, conclude: «Quanti soldi siamo pronti a spendere ancora? Quanti ne abbiamo spesi sino a oggi? A quali servizi pubblici abbiamo sottratto questi fondi? A quali urgenze locali, nazionali o mondiali?».
Del tutto dimenticato o volutamente trascurato l’appello di Gesù: «Io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti… Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Matteo 5,44-45.48).
Walter Lobina