Liberi dal male, dal malvagio, dal Maligno
Il linguaggio quotidiano non parla del male, ma di mali particolari: “Sto male”, “Le cose vanno male”, “Ho mal di testa”, “Mi fanno male le gambe”, “Ho un brutto male (per indicare un tumore)”…
Oppure, il riferimento è alle esperienze di male che vediamo attorno a noi, e che spesso ci travolgono. Da quello di natura, come un terremoto o un evento sconvolgente, al male che gli uomini si fanno reciprocamente. Questo male si chiama ingiustizia, violenza, sfruttamento, abusi, disuguaglianza, ricerca del profitto a tutti i costi, discriminazione,traffico di esseri umani, potere, disinteresse o addirittura fastidio per le richieste d’aiuto che arrivano da tante parti.
Un male da cui chiediamo di essere liberati sono anche gli uomini malvagi. Come dice san Paolo: «Fratelli, pregate per noi, perché… veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi» (2 Tessalonicesi 3,1-2).
In particolare, un male da cui chiediamo a Dio di strapparci, è il peccato, il Maligno: tutto ciò che ci separa da Dio, bene supremo.«Detestate il male, attaccatevi al bene» (Romani 12,9). «Il Signore è fedele; egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno» (2 Tessalonicesi 3,1-3). Qui si chiede la liberazione dal diavolo, colui che induce in tentazione e spinge al male.
Il “male” sono anche gli individui che con la loro parola o il loro agire recano danno alla comunità, i «falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!» (Matteo 7,15). È quanto teme l’apostolo Paolo per la comunità di Efeso: «Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge» (Atti 22,29).
Il “male” può anche essere visto come il contrario di ognuna delle richieste fatte nel Padre nostro: Dio non è santificato, il regno non viene, la volontà di Dio non è fatta, non abbiamo il pane quotidiano, non c’è il perdono dei debiti.
Liberaci dal male è soprattutto la richiesta di non andare persi noi! Assolutamente parlando, infatti, non c’è che un solo male: la separazione definitiva dal Padre. Se perdiamo Dio, allora abbiamo perso noi stessi. Come dice Gesù: «quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?» (Luca 9,25). Perciò invochiamo il Signore, l’unico che può salvarci, e gli diciamo: liberaci dal male. Gli chiediamo, illusi dal possesso di tanti beni, di non perdere il Bene assoluto che è lui.
Si può dunque intendere questa invocazione del Padre nostro in tre modi: “liberaci dal male”, “liberaci dal malvagio”, “liberaci dal Maligno”.
Finché il male, il malvagio, il Maligno non riescono a strapparci da Dio, nonostante tutte le sventure che possono capitarci, siamo salvi. Ma quello che più interessa è che noi vogliamo stare con Dio.
Vogliamo essere aiutati a liberarci da tutto ciò che si oppone al suo amore e ci spinge al male. E siamo certi che Gesù ha vinto il potere del male.
[“Voi dunque pregate così: Padre nostro”, 39 – continua]
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