La tentazione: una fake news alla quale purtroppo crediamo
«Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni», diceva Oscar Wilde. Ma in cosa consiste la pericolosità di una tentazione? Il suo contenuto: una fake news, ma che consideriamo reale. Con tutte le conseguenze che ne derivano.
La storia riguardante Adamo ed Eva (Genesi 3,1-7) descrive bene la tentazione: il serpente è abile con le parole, trasforma la realtà insinuando punti di vista differenti, allettanti, e assolutizzando particolari come se fossero il tutto. Soprattutto, crea l’illusione di poter essere come Dio. Una fake news capace di sedurre, che fa sognare un mondo diverso, che attrae. C’è ora la parola del serpente e la parola di Dio: di chi fidarsi? La risposta umana non si fa aspettare: «Vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile… prese del suo frutto e ne mangiò…». Sono tante le situazioni della vita pronte a richiamare la nostra “vista”, offrendoci una realtà aumentata che ci affascina, fino a desiderarla ad ogni costo. Per poi scoprire che la realtà vera è un’altra cosa, e ritrovarci “nudi”, fragili, come in questo racconto della Bibbia. Dio aveva posto l’uomo «nel giardino di Eden» (Genesi 2,15), la tentazione mette in dubbio la bontà questa offerta e suggerisce di uscire dal “giardino” per avere una vita propria, non più accanto a Dio. Ma, fuori, l’uomo troverà il deserto.
Una fake news capace di sedurre, specie di fronte alle difficoltà, è anche il ricordo trasfigurato del passato, ripensato diverso da ciò che si è vissuto, e visto ora come attraente. L’esodo dalla schiavitù sotto il Faraone d’Egitto, oltre alla gioia della liberazione, ha comportato anche la fatica del deserto. Ben presto il popolo dimentica il bene ricevuto, serpeggia la nostalgia del passato, la fake news della felicità anche se in schiavitù «quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatti uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine» (Esodo 16,3). Ed ecco la tentazione: «Il Signore è in mezzo a noi o no?» (Esodo 17,7); «Non sarebbe meglio per noi tornare in Egitto? … Su, diamoci un capo e torniamo in Egitto» (Numeri 14,3-4).
Sempre attuale è anche l’avvertimento di Mosè al popolo, prima di entrare nella terra promessa (Deuteronomio 8,11-20): «Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, quando avrai costruito belle case e vi avrai abitato… quando avrai visto… abbondare ogni tua cosa, il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile… Guàrdati dunque dal dire nel tuo cuore: “La mia forza e la potenza della mia mano mi hanno acquistato queste ricchezze”»: ecco la fake news. La conseguenza sarebbe disastrosa: «Se tu dimenticherai il Signore, tuo Dio, e seguirai altri dèi e li servirai e ti prostrerai davanti a loro… certo perirete!».
[“Voi dunque pregate così: Padre nostro”, 35 – continua]
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