Al centro del messaggio di Gesù c’è il Regno di Dio. Gesù non dice soltanto che Dio è qui e agisce, ma manifesta anche un volto nuovo di Dio. Gesù ha accolto, perdonato, a cominciare dagli esclusi, dai peccatori. Dove giunge Gesù, c’è il Regno. Pensiamo al capo dei pubblicani Zaccheo (Luca 19,1-10), alla donna condannata a morte per adulterio (Giovanni 8,2-11), ai lebbrosi che tutti evitavano (Matteo 8,2-3; Luca 17,11-19), al paralitico bisognoso di tutto (Luca 5,17-26), alla peccatrice che durante un banchetto si mette a ungere i piedi di Gesù (Luca 7,36-50): di loro si diceva che non avevano alcuna possibilità di salvezza o non c’era più niente da fare. Ma ecco che Gesù offre loro, in maniera inaspettata, la salvezza; a Levi seduto al banco delle imposte offre addirittura di diventare apostolo (Luca 5,27-32).
Anche gli insegnamenti di Gesù aprono degli squarci sul regno di Dio: un padre misericordioso che ama oltre ogni misura (Luca 15,11-32), un pastore che va in cerca della pecora che si era smarrita (Luca 15,4-6) e un samaritano – uno che era considerato nemico – che si prende cura di un poveraccio aggredito e lasciato mezzo morto per strada dai briganti (Luca 10,25-37). In particolare, il regno di Dio si identifica con la scoperta di essere tutti fratelli, perché tutti siamo figli dell’unico Padre.
Tutto questo è bello. Ma l’esperienza di ognuno è ben diversa. Guerre, catastrofi, violenza, miseria sono cose che ben conosciamo. «Il regno di Dio è in mezzo a voi!» (Luca 17,21): questo è l’annuncio di Gesù, anche oggi. Perché non lo vediamo? Perché bisogna essere sensibili a questa presenza. Accoglierlo. Lasciarci trasformare. Dio, infatti, non intende imporre il suo regno; preferisce mostrare la sua onnipotenza nell’amore e attendere la scelta dell’uomo per il regno.
All’inizio della sua predicazione, Gesù dice: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo» (Marco 1,15). Perché il regno dei cieli si attui è necessario il cambio di mentalità, fare nostra e divulgare la buona notizia che Dio è con noi, e collaborare con lui per trasformare il mondo. Un suggerimento ci viene da Papa Francesco (Udienza, 6 marzo 2019): «“Venga il tuo Regno!”. Seminiamo questa parola in mezzo ai nostri peccati e ai nostri fallimenti. Regaliamola alle persone sconfitte e piegate dalla vita, a chi ha assaporato più odio che amore, a chi ha vissuto giorni inutili senza mai capire il perché. Doniamola a coloro che hanno lottato per la giustizia, a tutti i martiri della storia, a chi ha concluso di aver combattuto per niente e che in questo mondo domina sempre il male. Sentiremo allora la preghiera del “Padre nostro” rispondere. Ripeterà per l’ennesima volta quelle parole di speranza, le stesse che lo Spirito ha posto a sigillo di tutte le Sacre Scritture: “Sì, vengo presto!”: questa è la risposta del Signore».
[“Voi dunque pregate così: Padre nostro”, 19 – continua]
(successivo) (precedente)