Il Nome di Dio da santificare
Dio vuole realizzare un nostro desiderio. Cosa gli chiediamo? Salute, benessere, lavoro, famiglia, amore, sicurezza, pace… Ma se consideriamo quello che chiediamo nel Padre nostro, scopriamo che, per Gesù, la prima richiesta da fare a Dio è sia santificato il tuo nome. E noi preghiamo così. Ma sappiamo cosa stiamo chiedendo?
Innanzitutto è necessario essere consapevoli del “nome” di Dio da santificare: nella tradizione ebraica Dio rivela, come suo nome proprio, JHWH; Gesù sottolinea il nome di “Abbà, Padre”; nel Padre nostro ci riferiamo al “Nome”.
Nel linguaggio biblico il “nome” non indica, come da noi oggi, un individuo, come chiamarlo; sapere il nome significa conoscere l’esistenza e la vita di chi lo porta. Per questo, da sempre, è stato importante conoscere il nome divino: per avere una relazione autentica con lui.
Nel Libro dell’Esodo (3,1-16) su insistenza di Mosè, dopo averlo chiamato per una missione speciale e avergli garantito «Io sarò con te», alla fine Dio rivela il suo nome. Si compone di quattro lettere: JHWH, il tetragramma sacro: «Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione» (Esodo 3,15). Un nome che indica vicinanza, alleanza, protezione, appartenenza.
Veniamo a Gesù. Con il Dio di Israele si rapporta chiamandolo “Abbà, Padre”. E l’Abbà è “colui che è con te”. Perché è il papà. E, come ci ha insegnato Gesù, noi invochiamo Dio come “Padre”. Così che la nostra petizione può diventare: “Sia santificato il tuo nome di Padre”. Cioè che tutti ti riconoscano non solo come Dio, ma come Padre, come Colui che, secondo la parabola del padre misericordioso, ama, aspetta, va incontro, conforta, abbraccia, mette la veste migliore, organizza un banchetto per il figlio “perduto” che è tornato (Luca 15,11-32).
Ma Gesù rivela anche qualcosa di straordinario. Nell’ultima cena, dopo aver lavato i piedi ai suoi discepoli, rivolge una preghiera al Padre. C’è un passaggio che riguarda il nome: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato perché siano una cosa sola (= siano uno) come noi» (Giovanni 17,11). Nel “nome”, per giungere all’unità, o meglio: essere “uno”. Ma “Uno”, nella simbologia ebraica, è la cifra per dire Dio. Gesù chiede dunque al Padre di elevare i suoi discepoli alla condizione divina.
Ritroviamo il “nome” nel Padre nostro. Gesù dice: «Sia santificato il tuo nome». Come un differente modo di chiamare Dio. Per gli ebrei, questo è l’attributo divino per eccellenza: essi, ritenendo troppo santo il nome di Dio, evitano di pronunciarlo. Così, quando ricorre il nome santo, leggono Adonai, che significa Signore,oppure: Ha Shem “il Nome”. Nel “Nome” è sottinteso tutto il mistero di Dio: JHWH e, naturalmente, Abbà Padre. Il Padre viene invocato, ma è il Nome che deve essere santificato. Nel suo Nome, infatti, siamo immersi e, nel suo nome, come cristiani, agiamo.
[“Voi dunque pregate così: Padre nostro”, 13 – continua]
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