Nella cultura odierna, la libertà della persona è considerata un diritto imprescindibile: libertà di pensiero, di agire, di scegliere, di autodeterminarsi. Ogni ingerenza o tentativo di condizionarci fa scattare in noi una reazione contraria. Come fare allora per rendere fruttuosa l’invocazione sia fatta la tua volontà senza sentirla come una costrizione? Si tratta allora di capire in che cosa consiste, oggi, per ognuno di noi, la volontà di Dio.
Innanzitutto è bene assimilare l’idea del Padre che Gesù ci ha dato. Nel Vangelo di Luca (15,1-3.11-32) c’è un testo fantastico che lo spiega. Si parla di un padre e dei suoi due figli. Ma quello presentato è anche lo stile di Gesù. Ed è come se dicesse: Dio Padre si comporta così, e io ve lo mostro. È un atteggiamento che sorprende, perché vediamo un padre che accoglie. L’unica cosa che gli interessa, riguardo ai figli, è che tornino a casa, perché se rimangono fuori non si salvano.
Gesù è molto chiaro: «Il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli» (Matteo 18,14); «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui» (Giovanni 3,16-17); «Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna» (Giovanni 6,38-40).
Abbiamo anche la testimonianza dell’apostolo Paolo: Dio, in Cristo «ci ha scelti prima della creazione del mondo… predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà… In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria» (Efesini 1,3-11); «questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati» (1 Timoteo 2,3-4).
Qual è allora la volontà di Dio? Non riguarda quello che ci capita né coincide con i precetti. Ma che tutti gli uomini siano salvi. Dio non vuole il fallimento delle persone, ma che si realizzino come suoi figli. Qualunque cosa possa capitarci, anche nelle situazioni negative, Dio è con noi, non per evitarci i pericoli, ma per salvarci ed essere in comunione con lui.
«Il “Padre nostro” è la preghiera dei figli, non degli schiavi; ma dei figli che conoscono il cuore del loro padre e sono certi del suo disegno di amore…. è una preghiera piena di ardente fiducia in Dio che vuole per noi il bene, la vita, la salvezza» (Papa Francesco, Udienza, 20 marzo 2019).
[“Voi dunque pregate così: Padre nostro”, 23 – continua]
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