Nell’Antico Testamento, Dio è variamente definito: El o Elohim (la Divinità), El Elyon (il Dio Altissimo), El Shadday (il Dio Onnipotente o della Montagna), El-Olam (il Dio Eterno), El roi (il Dio che vede), El-Haï (il Dio vivente), El-Kanna (il Dio Geloso), El-Elohé-Israël (il Dio di Israele), il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe o il più conosciuto JHWH: nomi in cui si rispecchiano le varie esperienze che l’umanità aveva fatto di Dio.
Gesù insegna a chiamare Dio: “Padre”. Un termine che ha una origine molto antica, intorno ai quattromila anni, e ricca di significato. Deriva dalla radice sanscrita pa-, che significa protezione, nutrimento, pane. Il padre è colui che si assume il compito di provvedere alla sopravvivenza della famiglia e al suo sostentamento, in altre parole è il “pane” della famiglia.
Ebbene, questo è il termine che Dio assume incrociando l’esistenza umana. Iniziare una preghiera con il vocativo “Padre” è un modo diretto, immediato, caldo, affettuoso, familiare di rivolgersi a Dio. Per il Vangelo, “Padre” è il nome più appropriato per invocarlo.
Non era una novità dare a Dio il titolo di “Padre”: è già presente nell’Antico Testamento, e si basa sul rapporto di “alleanza”. Gesù, con questa invocazione al Padre, si ricollega alla tradizione, ma accentua la valenza di relazione d’amore fra Dio e l’umanità. Non solo. Ma ha voluto rivelare concretamente la realtà di Dio. «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito (cioè, Gesù)… è lui che lo ha rivelato» (Giovanni 1,18).
È nella vicenda storica di Gesù che possiamo vedere come Dio è veramente. Infatti, quando l’apostolo Filippo chiede a Gesù: «Signore, mostraci il Padre e ci basta», Gesù gli dice: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Giovanni 14,8).
Perché il Padre è come Gesù. Tutto quello che c’è da vedere di Dio Padre, si può vedere in Gesù. Attraverso Gesù, e solo attraverso di Lui impariamo a conoscere il Padre. Perciò, tutto quello che noi vediamo in Gesù, nelle sue azioni e nel suo insegnamento, questo è Dio. A partire da Gesù possiamo scoprire che cosa significa “Padre”.
Gesù è il dono di amore del Padre all’uomo, e Gesù si presenta a noi come il volto storico di questo amore: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Giovanni 3,16-17).
Tutta la vita di Gesù, i suoi incontri, le sue parole, le sue scelte, sino a quella finale della morte in croce, irradiano amore e ci dicono che Dio è così. Perciò, più scopriremo e capiremo la figura di Gesù, più scopriremo e capiremo la figura del Padre. Chi lo fa, sperimenterà attraverso di lui che cosa significa il fatto che Dio è nostro Padre. La parola “Padre” vuole condurci proprio a questa consapevolezza.
[“Voi dunque pregate così: Padre nostro”, 9 – continua]
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