L’appuntamento è al Monte Vittoria, o Sabalân, come lo chiamano qui. È stato faticoso raggiungerli e ancora di più incontrarli. Ma ne valeva la pena. Tanto più che domani partiranno. I Re Magi. Giunto sul luogo, l’impatto è impressionante. Mi trovo davanti tanti soldati, guardia d’onore e forze speciali. Mi accoglie, sorridente e gentile il re Artaban che, subito, mi accompagna nella tenda dove mi attendono gli altri re: Gaspare (“Nobile maestro”), Melchiorre (“Re della luce”) e Baldassarre (“Dio protegge la sua vita”). Può così iniziare la mia intervista.
Vostre Maestà, perché questo titolo di Magi?
Artaban ride: “Ma noi non siamo re! Tutti lo pensano vedendo l’esercito che ci accompagna! I nostri re hanno voluto darci questa scorta considerando l’importante missione che stiamo per compiere!”.
Oltre che re, tutti vi definiscono Magi. Anche questo non è vero?
Baldassarre: “Siamo magoi, maghi, della casta sacerdotale persiana. Da non confonderci con i magu, ciarlatani che imbrogliano con le loro arti la gente”
Gaspare: “Per questo ci chiamano magi: sapienti che studiano il cosmo e l’umanità”.
Melchiorre: “Ti svelo un segreto. Nell’antica Scrittura sacra mazdaica, mago è il dono, come offerta a Dio e come sapienza e conoscenza divina. Noi, in quanto partecipi del dono della sapienza, siamo magavan, magi”.
Adesso è chiaro. Ma come è iniziata la vostra avventura?
Melchiorre: “Siamo soliti ritrovarci sul Monte Vittoria. In cima vi è una grotta e un’acqua purificatrice che ci libera dagli affanni del mondo, possiamo così metterci in ascolto dell’universo”.
Cosa avete scoperto di così importante?
Gaspare: “Abbiamo visto la stella in oriente. Una congiunzione di pianeti, Giove e Saturno, nella costellazione dei Pesci, che si è ripetuta più volte. Un evento straordinario che annuncia un grande re”.
Baldassarre: “Ma non è solo questo. La costellazione dei Pesci indica la casa degli Ebrei; così, la presenza contemporanea, in quella regione di cielo, di due pianeti come Giove (simbolo della regalità) e di Saturno (protettore del popolo ebraico) è un chiaro segno che un potente re apparirà in Palestina”.
Melchiorre: “Ti svelo un altro segreto. Stella si dice in ebraico kkv (pronuncia: kokhav). Si compone di due lettere k (in ebraico: caf), che indicano la mano, e di una v (in ebraico: waw), che indica l’uomo. La stella è le mani di Dio che mai cessano di sostenere l’uomo”.
Molto interessante. Ma in tanti pensavano a una cometa…
Artaban: “Per noi, come per i romani, le comete sono portatrici di disgrazie, non di eventi benefici come la nascita di un re. Non ci saremmo mossi seguendo una cometa”.
Cosa pensate di trovare?
Melchiorre: “Ne siamo certi: il Salvatore del mondo, il Re dell’universo, l’Emmanuele, il Dio con noi, l’Atteso dalle genti”.
Come pensate l’incontro con questo Re che sta per nascere?
Artaban: “L’incontro con questo Re porterà un grande cambiamento nei cuori”.
Baldassarre: “Io gli porterò un calice d’oro: è la nuova regalità. Non più limitata a una nazione, a un popolo, a una religione, ma un regno d’amore per tutti.
Melchiorre: “Gli offrirò l’incenso. Abitualmente lo usano i sacerdoti nel tempio. Ma ora tutta l’umanità diventa popolo sacerdotale, un popolo che può entrare in relazione immediata, senza mediatori, con Dio”.
Gasparre: “Gli offrirò la mirra, il profumo della sposa verso il suo sposo. Tipico di Israele, la sposa, per il suo sposo, Dio. Un privilegio che ora si estende a tutta l’umanità”.
Melchiorre: “La mirra, in oriente, è la sostanza taumaturgica per eccellenza. Simboleggia il Potere Taumaturgico del futuro Re dei Re, che sconfigge il male e la morte!”.
E tu, Artaban, cosa offrirai al grande Re?
Artaban: “Avevo con me tre splendide perle del Golfo Persico. Ma non le ho più. Durante il cammino ho trovato tante persone vittime del bisogno e della violenza: le ho date in dono, per la loro vita. Ciò che io sono, questo è il dono che offrirò”.
Ci sono altri Magi?
Melchiorre: “Magi sono le persone che in qualche modo sono bisognose di incontrare Dio, si mettono in movimento e cercano – nella natura, nei testi sacri, chiedendo ad altri – finché avranno il dono di trovarlo. E sarà Natale per tutti!”.
* Articolo pubblicato sulla rivista SE VUOI