GMG 2023, Lisbona, 4 agosto. Nel Parque Eduardo VII, Papa Francesco vive con i giovani il cammino della croce, con Gesù. Molto intensa e profonda la sua meditazione.
«Oggi camminerete con Gesù. Gesù è la Via e noi cammineremo con Lui, perché Lui cammina. Quando era tra noi, Gesù ha camminato, ha camminato curando i malati, assistendo i poveri, facendo giustizia… ha camminato predicando, insegnandoci. Gesù cammina, ma il cammino che più è inciso nel nostro cuore è il cammino del Calvario, la via della Croce… Guarderemo Gesù che passa e cammineremo con Lui.
Il cammino di Gesù è Dio che esce da sé stesso, esce da sé stesso per camminare tra noi… E il Verbo si fece uomo e camminò tra noi. E questo lo fa per amore…. La Croce è il senso più grande dell’amore più grande, l’amore con il quale Gesù vuole abbracciare la nostra vita… quella di ciascuno di noi. Gesù cammina per me. Dobbiamo dirlo tutti.
Gesù intraprende questo cammino per me, per dare la sua vita per me. E nessuno ha più amore di chi dà la vita per i suoi amici, di colui che dà la vita per gli altri. Non dimenticate questo: nessuno ha più amore di chi dà la vita, e questo lo ha insegnato Gesù. Per questo, quando guardiamo il Crocifisso, che è tanto doloroso, una cosa così dura, vediamo la bellezza dell’amore che dà la sua vita per ciascuno di noi».
Continua il Papa: «Gesù cammina, ma aspetta qualcosa, aspetta la nostra compagnia, aspetta che guardiamo… Non so, aspetta di aprire le finestre della mia anima, della tua anima, dell’anima di ciascuno di noi. Come sono brutte le anime chiuse, che seminano dentro e sorridono dentro! Non ha senso. Gesù cammina e aspetta con il suo amore, aspetta con la sua tenerezza, per darci consolazione, per asciugare le nostre lacrime… Tutti nella vita abbiamo pianto, e piangiamo ancora. E lì c’è Gesù con noi, Lui piange con noi, perché ci accompagna nell’oscurità che ci porta al pianto».
Ed ecco l’incoraggiamento che Papa Francesco rivolge a tutti. «Gesù, con la sua tenerezza, asciuga le nostre lacrime nascoste. Gesù vuole riempire, con la sua vicinanza, la nostra solitudine. Come sono tristi i momenti di solitudine! E Lui è lì, Lui vuole colmare questa solitudine. Gesù vuole colmare la nostra paura, la tua paura, la mia paura, quelle paure oscure vuole colmarle con la sua consolazione; e aspetta di spingerci ad abbracciare il rischio di amare… Bisogna correre il rischio di amare. È un rischio, ma vale la pena correrlo, e Lui ci accompagna in questo. Sempre ci accompagna, sempre cammina, sempre, durante la vita, è vicino a noi».
E conclude: «Oggi faremo il cammino con Lui, il cammino della sua sofferenza, il cammino delle nostre ansie, il cammino delle nostre solitudini… E Gesù cammina con la Croce, muore sulla Croce, perché la nostra anima possa sorridere».
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Ogni tappa di questo cammino mette in parallelo ciò che vive Gesù e le nostre problematiche.
La sensazione di non avere un futuro. «Ci viene tolto il futuro. Ci viene detto che la vita è piena di opportunità, ma è difficile vedere dove siano quelle opportunità quando i soldi non sono sufficienti, quando non si riesce a trovare lavoro e quando l’accesso all’istruzione spesso è praticamente impossibile».
La violenza nel mondo. «Guerre, attentati, sparatorie di massa ma anche violenze nei matrimoni e nelle relazioni, abusi sui minori, bullismo, abusi di potere, famiglie dove si scagliano parole pesanti come macigni».
L’abbandono e la troppa solitudine. «Aspetto un messaggio o un abbraccio che non arrivano… Penso di vivere in un mondo egoista dove ognuno guarda solo a sé stesso».
Il bisogno di sostegno. «In attesa del “momento ideale”, della persona ideale, del lavoro ideale, della Chiesa ideale… Seduto a sognare, mentre il mondo va avanti senza di me e senza ciò che avrei da offrirgli».
L’esclusione e le intolleranze. «Ci sono minoranze che non hanno il diritto di parlare e nemmeno di esistere. In molti paesi non si può nemmeno praticare la propria religione. Ci sono molte persone che non possono esprimere liberamente le loro idee. Ogni gruppo vuole imporre il proprio modo di vedere le cose e allontanare chiunque la pensi diversamente. A volte anche all’interno della Chiesa. Talvolta anche nei nostri cuori».
L’individualismo. «Ci è stato detto mille volte che ciò che contava di più era la nostra immagine e la nostra autorealizzazione. Che avevamo il diritto di essere felici e che dovevamo pensare prima a noi stessi. Ed eccoci qui, egocentrici, ognuno concentrato sul suo cellulare, nei propri interessi, sulla propria isola, in attesa di una felicità che non arriva».
La mancanza di fiducia in sé. «Soffriamo di ansia e depressione, problemi alimentari, burnout. A volte ci chiediamo chi siamo e se vale la pena vivere la vita. A volte, ci sentiamo molto giù, a terra. Peggio che avere un problema, è sentirsi un problema».
Gli squilibri ecologici e di vita. «Assistiamo al consumo incontrollato delle risorse della terra, all’estinzione di alcune specie, alla devastazione delle foreste. Siamo spaventati dal cambiamento climatico e ci sentiamo molto insicuri riguardo al futuro. E tutto questo associato a stili di vita squilibrati che fanno morire di fame alcuni mentre altri si ammalano per aver mangiato troppo».
L’incapacità di rialzarsi. «Tanti ci accusano di essere deboli, di non resistere alla droga, alla pornografia, all’alcool. Ci accusano di rifugiarci nei nostri schermi fino a diventarne dipendenti. Semplicemente non capiscono che alzarsi potrebbe richiedere una forza che non si ha più. E una fede che si è già persa».
La ricerca dell’immagine di sé. «Viviamo in una terra di specchi dove ciò che conta è l’apparenza, l’immagine. Un selfie dopo l’altro. La tirannia del corpo giusto e del sorriso perfetto. Foto di se stessi sui social in pose attentamente studiate. Post artificiali che aspettano i like degli altri. Terribile sensazione di non poter essere noi stessi, di doverci vendere per piacere alle persone e non rimanere isolati. Narcisismi che, alla fine, ci lasciano soli su isole lontane».
La migrazione. «Oggi molte persone cercano disperatamente di sfuggire a situazioni disumane. Fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla mancanza d’acqua, dalle persecuzioni politiche. La loro casa ha cessato di essere il loro rifugio ed è diventata il luogo di una probabile morte. Cercano di rifugiarsi in qualche altro posto nel mondo, che un giorno potrebbero chiamare “casa”».
Consumismo e scarti. «Oggi conta solo chi produce. Gli anziani non contano, i disabili non contano, i disoccupati non contano, i sognatori non contano. E i giochi dei bambini non contano, bambini spesso costretti a lavorare per guadagnare o a studiare sempre di più per essere un giorno “veri vincitori” nel mercato del lavoro».
La mancanza di silenzio, di interiorità. «Siamo persi in un mondo saturo di parole frettolose, informazioni, notizie, pubblicità, interessi, in cui non sappiamo più distinguere verità e menzogna, né sappiamo più a chi credere!».
La fine di tutto. «Non vediamo alcuna luce alla fine del tunnel. Abbiamo paura di guardare avanti. Non riusciamo a prendere decisioni, né vediamo la direzione verso cui la storia potrebbe continuare, vediamo solo il percorso bloccato da grandi ostacoli davanti a noi».
In tutto questo, Gesù ci dice: «Ciò che salva è l’amore», «Io cado con te per rialzarti con me. Vai, fatti aiutare, rimettiti in piedi e vai avanti. Andiamo insieme», «Con me, questa volta, ce la farai. Camminiamo insieme».
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Difficile raccontare l’esperienza di questo cammino di amore e di Croce. La celebrazione preparata dai giovani è spettacolare (nel senso di stimolo a guardare e ad essere coinvolto) nella sua sobrietà, efficace nei testi e nell’impianto scenografico e coreografico. Tutto in funzione del messaggio emozionante che vuole trasmettere. Il consiglio è vederlo qui.