GMG 2023, Lisbona, 3 agosto. Nel grande Parque Eduardo VII, nel cuore della città, si svolge la cerimonia di accoglienza a Papa Francesco che apre ufficialmente la Giornata Mondiale della Gioventù. Nel suo discorso, il Papa sottolinea con insistenza la “chiamata” che Dio rivolge a ciascuno di noi, una chiamata “per nome”, “perché siamo amati” da Lui. È la “buona notizia”, il Vangelo che è Gesù e si manifesta nell’amore.
«Voi non siete qui per caso. Il Signore vi ha chiamati, non solo in questi giorni, ma dall’inizio dei vostri giorni. Tutti ci ha chiamati fin dall’inizio della nostra vita. Sì, Lui vi ha chiamati per nome… Provate a immaginare queste tre parole scritte a grandi lettere; e poi pensate che stanno scritte dentro ciascuno di voi, nei vostri cuori, come a formare il titolo della vostra vita, il senso di quello che sei… Pensiamo a questo: Gesù mi ha chiamato con il mio nome».
«Al principio della trama della vita, prima dei talenti che abbiamo, delle ombre e delle ferite che portiamo dentro, siamo stati chiamati. Siamo stati chiamati, perché? Perché siamo amati… Agli occhi di Dio siamo figli preziosi, che Egli ogni giorno chiama per abbracciare e incoraggiare; per fare di ciascuno di noi un capolavoro unico e originale… Siamo preziosi agli occhi di Dio, nonostante quello che a volte vedono i nostri occhi; a volte i nostri occhi sono annebbiati dalle negatività e abbagliati da tante distrazioni… Siamo amati così come siamo, non come vorremmo essere: come siamo adesso… Siamo amati come siamo, senza trucco!».
Il Papa ci tiene ad affermare l’importanza dell’amore di Dio, un amore vero, senza trucchi: «Se Dio ti chiama per nome significa che per Dio nessuno di noi è un numero. È un volto, è una faccia, è un cuore… Tanti, oggi, sanno il tuo nome, ma non ti chiamano per nome. Il tuo nome infatti è noto, appare sui social, viene elaborato da algoritmi che gli associano gusti e preferenze. Tutto questo però non interpella la tua unicità, ma la tua utilità per le indagini di mercato. Quanti lupi si nascondono dietro sorrisi di falsa bontà, dicendo di conoscere chi sei ma non volendoti bene, insinuando di credere in te e promettendoti che diventerai qualcuno, per poi lasciarti solo quando non interessi più. Queste sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che oggi ci attirano e promettono felicità poi si mostrano per quello che sono: cose vane, bolle di sapone, cose superflue, cose che non servono e che ci lasciano il vuoto dentro… Gesù non è così, non è così! Lui ha fiducia in te, ha fiducia in ciascuno di voi, in ciascuno di noi perché per Gesù ciascuno di noi è importante, ciascuno di voi è importante. Questo è Gesù».
Insiste Papa Francesco: «Vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella Chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti. E questo Gesù lo dice chiaramente quando manda gli apostoli a invitare al banchetto di quell’uomo che lo aveva preparato, dice: “Andate e portate tutti, giovani e vecchi, sani e malati, giusti e peccatori: tutti, tutti, tutti”. Nella Chiesa c’è posto per tutti». E aggiunge: «Il Signore non punta il dito, ma apre le sue braccia… Ce lo mostra Gesù in croce, che tanto ha aperto le sue braccia da essere crocifisso e morire per noi. Gesù non chiude mai la porta, mai, ma ti invita a entrare: “entra e vedi”. Gesù ti riceve, Gesù accoglie… Dio mi ama, Dio mi chiama, vuole che io sia vicino a Lui».
Concludendo il suo discorso, il Papa ritorna sul tema: «Vi invito a pensare a questa cosa tanto bella: che Dio ci ama, Dio ci ama come siamo, non come vorremmo essere o come la società vorrebbe che fossimo: come siamo. Ci ama con i difetti che abbiamo, con le limitazioni che abbiamo e con la voglia che abbiamo di andare avanti nella vita. Dio ci chiama così. Abbiate fiducia perché Dio è Padre, ed è un Padre che ci ama, un Padre che ci vuole bene… Non abbiate paura, abbiate coraggio, andate avanti, sapendo che siamo protetti dall’amore di Dio».