4×4 Fuoristrada d’autore
Una 4×4 d’autore. Carrozzeria “muscolosa”. Tratti decisi. Semplicità costruttiva. Buona affidabilità. Agile. Veloce. Ma anche discreta. Sofisticati interni. Spazio abbondante. Prestazioni più che positive. Navigatore esclusivo capace di guidarti in ogni paese del mondo. Facilità di guida e maneggevolezza inaspettate. I percorsi difficili non spaventano.
Non manca proprio nulla. Asfalto, pietre, fango, sabbia, acqua o altre simili “delizie” non importano: la guida sarà sempre sicura con la 4×4 d’autore. Anche se, bisogna ricordarlo, sono necessari una solida base teorica e un buon apprendistato. Do anything. Go anywhere. Quello che vuoi, dove vuoi, quando vuoi. La 4×4 sa seguirti qualunque sia la tua strada, accompagnando la tua vita in ogni momento. Guidare la tua libertà non è mai stato così semplice.
Per una volta non si tratta di un modello americano o inglese. Viene dall’Italia e l’inventore è Giacomo Alberione. Naturalmente non si tratta di un nuovo modello spettacolare di automobile. Ma è l’immagine, aggiornata, che don Alberione usava per presentare e sintetizzare l’attività del paolino. Legato al suo tempo, infatti, parlava di “carro”, con riferimento al carro agricolo con 4 ruote. Seguendo i suoi discorsi e la sua attenzione a quanto il progresso offre per farlo proprio e utilizzarlo per l’annuncio del Vangelo, quella della 4×4 è l’immagine più appropriata.
Si tratta di 4 realtà nell’attività di evangelizzazione che devono funzionare in perfetta sintonia e integrandosi. 4 ruote indipendenti come trazione, ma ognuna in funzione delle altre. Nessuna è più importante dell’altra. Ma ognuna è indispensabile perché le altre tre funzionino. Se una di queste viene attivata di meno, le altre tre dovranno essere impegnate di più. Non per molto, però: il rischio sarebbe uno sbilanciamento che può diventare cedimento o altro. In pratica è tutto collegato, ma tutto può muoversi senza forzature e rigidità a seconda delle situazioni. Quella che rimane fissa è la direzione del moto: tutte le ruote devono andare nella stessa direzione.
I giovani che entrano a far parte o si accostano con simpatia alla Famiglia Paolina, prima o poi sentono parlare delle “quattro ruote”. È una delle più felici descrizioni della paolinità fatte da don Alberione: “Noi e tutta la Famiglia Paolina siamo come un carro che cammina su quattro ruote: la pietà (la santità), lo studio, l’apostolato, la povertà. Questo è il carro su cui viene portato il Vangelo alle anime e su cui noi dobbiamo stare per porgere questo Vangelo alle anime”. “Le quattro ruote del carro devono procedere assieme, senza scosse, per non rischiare il peso che trasportano”.
Don Alberione è consapevole che qualcuno possa essere sedotto da una idea di efficientismo, e mette in guardia dal pensare di ridurre il valore di qualcuna delle ruote o di far leva su alcune rispetto alle altre. “È relativamente facile occuparsi e far progredire una o due parti. Ma è assieme che devono muoversi le quattro ruote di un carro…”. “Dimenticando una ruota, o non si procede o va verso il precipizio tutto il carro”. Vediamole.
La pietà riguarda la vita spirituale. “È vivere integralmente il Vangelo di Gesù Cristo, Maestro, Via, Verità e Vita”. Il modello è san Paolo, sia per la sua attività missionaria, sia per il suo carattere: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Una spiritualità vissuta “sotto lo sguardo e la protezione di Maria, Regina degli Apostoli”. Che viene raffigurata in piedi, nell’atteggiamento di offrire al mondo Gesù Cristo. E lui tiene in mano una pergamena, simbolo del Vangelo.
Lo studio riguarda la scienza necessaria al paolino come perfezionamento dei doni individuali e come preparazione alla sua attività missionaria. Chiedendo al Papa Pio XI l’approvazione del suo Istituto, così l’Alberione ne indica le finalità: “… per lo studio, scrivere, stampare, diffondere”. Uno studio serio, per “conoscere meglio Gesù Cristo Maestro, Via Verità e Vita; viverlo nella mente, cuore, volontà; e per predicarlo nell’apostolato paolino”. Il Vangelo va predicato al mondo d’oggi, alle persone di oggi. “Noi dobbiamo sempre condurre le anime al paradiso: tuttavia dobbiamo condurre non quelle vissute dieci secoli or sono, ma quelle che vivono oggi. Occorre prendere il mondo e gli uomini come sono oggi, per fare oggi del bene”. Linguaggio, mentalità, sensibilità sono in continuo mutamento. Il Paolino sente la responsabilità di apostolo. Di qui la sua attenzione a capire l’uomo d’oggi, a entrare in comunicazione con lui, per annunciare e comunicare senza parzialità o negligenze la Parola di Dio, quella Parola di libertà, di pace, di salvezza tanto attesa da persone e popoli. Lo studio non va tralasciato, né va ritenuto secondario: senza preparazione, il messaggio che Dio ci ha affidato rischia di diventare inutile, perché non saremo più capaci di comunicarlo.
L’apostolato è la nota distintiva della Famiglia Paolina. La grande preoccupazione di don Alberione è che Cristo arrivi alla società contemporanea, a tutto l’uomo e a tutti gli uomini. L’opera da realizzare è immensa, e il consacrato paolino non ha tempo da perdere. Di qui la migliore utilizzazione delle risorse umane e materiali, l’assunzione dei mezzi più celeri ed efficaci e le migliori forme di organizzazione.
La povertà è richiamata da don Alberione con varie espressioni. Consiste nella concreta e totale donazione della persona all’apostolato. “San Paolo dice che quelli che corrono nello stadio non si caricano di fagotti e valigie, ma vestono solo il necessario per essere più spediti nella corsa”.
Il modello è Cristo, povero, perché libero da ogni ambizione o legame materiale. Il carro è ogni Paolino. Dio provvede al combustibile, propone una meta, apre la strada, mette a disposizione la segnaletica per un orientamento sicuro e accetta di essere copilota (o navigatore). Ma solo il paolino è responsabile della conduzione.
Walter Lobina