I PAOLINI e il loro apostolato
Lo sviluppo storico della missione paolina segue l’evoluzione della comunicazione. Inizialmente, agli inizi del ‘900, don Alberione ha adottato la stampa; in seguito egli associa alla stampa il cinema, la radio, la televisione, gli audiovisivi. Oggi va aggiunta ogni forma del digitale. Sempre, i Paolini, impegnati nell’evangelizzazione con i media, si preparano a incarnare il Cristo Maestro Via Verità e Vita nella cultura della comunicazione.
Certamente, un gran numero di persone ha sentito o avuto a che fare con un prodotto o l’altro dell’apostolato Paolino. Potrebbe trattarsi di un libro, o una delle diverse riviste, come Credere, Jesus, Famiglia cristiana, Il Giornalino, oppure attraverso una trasmissione televisiva o radiofonica.
I Paolini, li si potrebbe qualificare, per la loro missione apostolica, degli “evangelizzatori senza frontiere” che hanno come parrocchia il mondo. Tuttavia, la loro caratteristica fondamentale sta nella vita che essi fanno e nello spirito che li anima.
I paolini sono prima di tutto dei religiosi, come sottolineava spesso il loro fondatore, don Giacomo Alberione. Sono editori, librai o giornalisti, ma in quanto totalmente consacrati a Dio attraverso la loro missione di annuncio della Parola di Dio attraverso i mezzi della comunicazione.
Sono religiosi che si abbandonano in Gesù Cristo affinché lui viva totalmente in loro, come è stato per san Paolo: “Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me”. E, come per san Paolo, non è per se stessi che i Paolini vogliono sperimentare la vita di Cristo, ma è prima di tutto e soprattutto per la salvezza del mondo. Di qui l’importanza della missione di apostoli della comunicazione che essi esercitano nella Chiesa.
La Chiesa ha la consapevolezza di dover evangelizzare e comunicare: se non comunichiamo dentro le tecnologie che oggi si utilizzano, il Vangelo non può arrivare alle persone. Perciò è fondamentale capire il modo di evolversi della comunicazione e il corrispondente impegno della Chiesa.
Il Concilio Vaticano II, con il decreto Inter mirifica, ha acquisito consapevolezza della necessità dei mezzi di comunicazione. La visione di don Alberione trovava conferma ufficiale.
Paolo VI, molto vicino ai Paolini, ha iniziato le “Giornate mondiali delle Comunicazioni Sociali”.
Giovanni Paolo II ha parlato della comunicazione come cultura: occorre integrare il messaggio in questa nuova cultura creata dalla comunicazione moderna.
Con i suoi messaggi per la “Giornata mondiale delle comunicazioni sociali”, Benedetto XVI ha aggiunto che siamo chiamati a portare uno stile cristiano dentro la rete. Non solo esserci, ma esserci da cristiani.
Papa Francesco sottolinea soprattutto l’importanza di promuovere l’incontro delle persone e una cultura dell’incontro.
Seguendo le indicazioni di don Alberione di “protendersi sempre in avanti”, i Paolini vogliono essere nella Chiesa del XXI secolo tra i pionieri di una spiritualità evangelica integrale che sa inculturarsi nella comunicazione globale e multimediale.
Lo zelo apostolico del Fondatore, il suo amore a Gesù e alla Chiesa, motiva i Paolini nell’oggi e li spinge a portare Gesù, il Vangelo; e arrivare a tutti, utilizzando i mezzi più moderni, quelli che fanno sì che la Parola giunga agli uomini di oggi, come e dove sono, con i loro problemi, nelle loro situazioni. E la comunicazione, per don Alberione e per i Paolini, nell’opera di evangelizzazione, non è un semplice aiuto, ma una forma originale di autentica predicazione.
I Paolini sono chiamati, nel mondo della comunicazione, non solo ad essere professionisti, ma consacrati che vivono e annunciano Cristo, esplicitamente. Testimoni, evangelist e influencer, con gli strumenti della comunicazione e nella cultura della comunicazione. L’evangelist è una persona che fa propri un messaggio o una determinata realtà, ne parla con efficacia tanto che altri diventano a loro volta evangelist. L’influencer è una persona che, per le sue parole, il modo di essere e di fare, diventa punto di riferimento di un numero considerevole di popolazione nelle idee e nei comportamenti. I Paolini non si accontentano, perciò, di realizzare prodotti a contenuto religioso o vagamente di ispirazione religiosa. Il compito dei Paolini è realizzare prodotti religiosi che annunciano Dio che si incarna nella storia. In modo che, secondo quanto afferma l’apostolo Giovanni (20,31), l’ascoltatore creda in Gesù, il Cristo, il figlio di Dio, e, credendo, abbia la vita eterna.