DON GIACOMO ALBERIONE [7]: dieci voci per il Vangelo
Don Giacomo Alberione coinvolse tanti giovani nello stesso ideale: “Ci vogliono anime che amino davvero il Signore, che brucino di amore di Dio… anime generose che fanno della Parola di Dio il libro centrale della loro vita, che leggono, che portano e lo fanno arrivare”. Persone consacrate, perché: “le opere di Dio si fanno con gli uomini di Dio”.
Dall’inizio della sua opera, don Alberione pensò una famiglia di Istituti che insieme dovevano essere “san Paolo vivo oggi”, per continuare la missione di dare Gesù Cristo al mondo. Percepì che uno o due istituti non sarebbero stati sufficienti a far rivivere la persona dell’Apostolo, ecco il perché dei dieci Istituti. Con una spiritualità comune e ministeri diversi, essi riproducono la ricca personalità di Paolo
- missionario e comunicatore universale del Vangelo;
- uomo di preghiera;
- fondatore e animatore di comunità;
- promotore vocazionale;
- orientatore delle nuove famiglie e suscitatore di apostoli – uomini e donne – impegnati in tutte le realtà umane, al fine di animarle cristianamente.
Ecco dunque la Famiglia Paolina. Consacrati per la missione, per la comunicazione. La missione è… qualcosa “per”. Non è solo aderire a Cristo Via Verità e Vita: tutti i cristiani devono farlo. L’apostolato consiste nell’essere… per… dare, nell’essere Cristo oggi… per… comunicarlo all’uomo d’oggi. Dieci voci per comunicare Gesù Cristo Via Verità e Vita. Questi dieci rami costituiscono il grande albero (l’”alberone”) della Famiglia Paolina, ispirata a san Paolo.
Don Alberione afferma: “La Famiglia Paolina è suscitata da san Paolo per continuare la sua opera; è san Paolo, vivo, ma che oggi è composto di tanti membri». I membri della Famiglia Paolina sono inviati ovunque a «fare la carità della Verità”.
In concreto, la Famiglia Paolina è formata da cinque congregazioni, quattro Istituti di vita secolare consacrata aggregati alla Società San Paolo, e una associazione laicale.
Le cinque Congregazioni:
- Società San Paolo (Paolini) – sacerdoti e fratelli laici, apostoli della comunicazione che hanno la missione di vivere e annunciare il Vangelo e i valori cristiani nel mondo della comunicazione.
- Figlie di San Paolo (Paoline) – donne consacrate e apostole di Cristo, inviate nel mondo ad annunciare la buona notizia del Vangelo con la comunicazione.
- Pie Discepole del Divin Maestro – contemplative, impegnate nell’apostolato liturgico, con particolare attenzione alla dimensione eucaristica e sacerdotale.
- Suore di Gesù Buon Pastore (Pastorelle) – consacrate che affiancano i sacerdoti delle Parrocchie nell’esercizio del loro ministero pastorale.
- Istituto Maria Regina degli Apostoli (Apostoline) – svolgono nella Chiesa la missione di suscitare e mantenere viva l’attenzione alla chiamata di Dio, nelle sue varie forme.
I quattro Istituti secolari aggregati alla Società San Paolo: persone che professano i voti evangelici rimanendo nel proprio ambiente di vita e di lavoro:
- Istituto San Gabriele Arcangelo (Gabrielini): laici di vita consacrata che, restando nel proprio ambiente di famiglia e di lavoro, intendono vivere il loro Battesimo secondo il carisma spirituale e apostolico trasmesso da don Alberione.
- Istituto Maria SS.ma Annunziata (Annunziatine): laiche che vivono la loro consacrazione a Dio mettendo la propria vita al servizio del Vangelo nella vita quotidiana, all’interno dell’ambiente di famiglia, di lavoro, di apostolato.
- Istituto Gesù Sacerdote: sacerdoti diocesani che sentono vivo il bisogno di vivere la stessa spiritualità della Famiglia Paolina, e mediante la professione dei consigli evangelici si impegnano a somigliare sempre più a Gesù eterno sacerdote.
- Istituto Santa Famiglia: coniugi cristiani che vivono un cammino di perfezione evangelica nel mondo, ispirandosi alla santa Famiglia di Nazareth, con il fine di santificare la vita coniugale e familiare, ed essere fermento di testimonianza evangelica nella società.
E l’Associazione dei Cooperatori Paolini: raggruppa uomini e donne, giovani e adulti, che condividono l’idealità del carisma paolino e, nel proprio stato di vita, sono uniti nello spirito e nell’apostolato.
La Famiglia Paolina è al servizio dell’evangelizzazione nei cinque continenti.
Diceva don Alberione: “Predicate il Vangelo ad ogni creatura senza riserva alcuna: a tutte le genti della terra, a tutte le razze, a tutte le classi sociali, a tutti i livelli di cultura… nelle città illuminate, nelle campagne aride, nelle officine laboriose, nelle baracche miserevoli… a tutti gli uomini e le donne per amare tutti, per capire tutti, per tutti portare alla luce e alla pace perché scoprano Cristo”.
Era solito ripetere: “Se gli uomini non vanno più in chiesa, andiamo a trovarli nei luoghi di lavoro, di divertimento, dove passano il tempo libero; e, infine, nelle loro case, con i mezzi della comunicazione…”.
Una missione confermata da Papa Francesco nell’Udienza ai Partecipanti al Capitolo Generale della Società San Paolo e alla Famiglia Paolina il 18 giugno 2022. Nel testo consegnato dal Papa diceva: «Per la vostra specifica missione di evangelizzazione nel mondo della comunicazione, don Alberione vi ha voluti uomini consacrati, chiamati a dare la testimonianza del Vangelo con la dedizione senza riserve all’apostolato. Guardate, per questo, all’apostolo Paolo come modello di uomo conquistato da Cristo e spinto dalla sua carità sulle strade del mondo. Da Paolo imparate sempre di nuovo la passione per il Vangelo e lo spirito missionario, che nascendo dal suo “cuore pastorale” lo spingevano a farsi tutto a tutti. E un aspetto che, parlando di Paolo, rischia di venire trascurato, ma che in realtà appare chiaramente dalle sue lettere, è che lui non agiva da solo, come un eroe isolato, ma sempre in collaborazione con i suoi compagni di missione. Da lui, pertanto, imparate anche a lavorare in squadra con gli altri, a lavorare “in rete”, ad essere artigiani di comunione, utilizzando i mezzi di comunicazione più efficaci e aggiornati per arrivare con la Buona Notizia alle persone dove e come vivono.
Questo stile di comunione cercate di coltivarlo prima di tutto tra di voi, nelle vostre comunità e nella Congregazione, praticando quella sinodalità che in tutta la Chiesa ci siamo proposti di approfondire e soprattutto di esercitare ad ogni livello. Parlando a voi, vi chiedo di mettere al servizio di questo processo il vostro carisma, cioè di aiutare la Chiesa a camminare insieme valorizzando al meglio i mezzi di comunicazione. […]
Ma non vorrei che vi sentiste considerati solo su questo piano, diciamo “professionale”, della vostra specifica competenza. No, la comunione siete chiamati a viverla ordinariamente nella fraternità, nelle relazioni con le Comunità diocesane in cui vivete, e naturalmente con la grande e variegata Famiglia Paolina. Il vostro orizzonte sia sempre quello di Paolo, cioè l’intera umanità del nostro tempo, a cui è destinato il Vangelo di Cristo, in modo speciale quanti appaiono come i “lontani”, gli indifferenti e persino gli ostili. Spesso, a ben guardare, queste persone nascondono in sé una nostalgia di Dio, una sete di amore e di verità».
Nelle parole a braccio, Papa Francesco ha detto: «Voi siete apostoli della comunicazione. […] Comunicare è una delle cose che è più che una professione: è vocazione. E questo Don Alberione ha voluto sottolineare nelle diverse famiglie – cosiddette – paoline, questo del comunicare. […]
Grazie per la vocazione a comunicare nella Chiesa. Andate avanti su questo: la Chiesa ha bisogno di questo. Io vi ringrazio tanto. Coraggio e avanti! Pregate gli uni per gli altri. L’unità della Congregazione sarà la vostra forza per comunicare bene…».
Un percorso attraverso i pannelli che raccontano la sua storia, presenti nel corridoio antistante la sottocripta della Basilica Regina degli Apostoli