È stata di grande commozione la testimonianza che il Papa Paolo VI, nella Udienza concessa ai partecipanti al Capitolo Speciale della Società San Paolo e alla Famiglia Paolina il 28 giugno 1969, ha dato nei riguardi di don Alberione, all’epoca 85enne:
“Dobbiamo al vostro Fondatore qui presente, al caro e venerato don Giacomo Alberione, la costruzione del vostro monumentale Istituto. Nel nome di Cristo, Noi lo ringraziamo e lo benediciamo. Eccolo: umile, silenzioso, instancabile, sempre vigile, sempre raccolto nei suoi pensieri, che corrono dalla preghiera all’opera (secondo la formula tradizionale “ora et labora”), sempre intento a scrutare i ‘segni dei tempi’, cioè le più geniali forme di arrivare alle anime, il nostro Don Alberione ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi, nuovi mezzi per dare vigore e ampiezza al suo apostolato, nuova capacità e nuova coscienza della validità e della possibilità della sua missione nel mondo moderno e con i mezzi moderni. Lasci, caro Don Alberione, che il Papa goda di cotesta lunga, fedele e indefessa fatica e dei frutti da essa prodotti a gloria di Dio ed a bene della Chiesa; lasci che i suoi figli godano con Noi e con oggi le esprimano come forse non mai la loro affezione e la loro promessa di perseverare nell’opera intrapresa.
In segno pertanto della Nostra benevolenza e della Nostra riconoscenza, a conforto di tutta la Famiglia Paolina e a stimolo di quanti si dedicano alla causa dell’apostolato cattolico mediante la generosa promozione e il retto uso dei mezzi di comunicazione sociale, Noi vogliamo oggi conferire al venerato e venerando Don Giacomo Alberione la Nostra Croce “Pro Ecclesia et Pontifice”».
Un percorso attraverso i pannelli che raccontano la sua storia, presenti nel corridoio antistante la sottocripta della Basilica Regina degli Apostoli
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