Farsi “prossimo” nei social media [9]
Il 28 maggio 2023, il Dicastero vaticano per la Comunicazione ha pubblicato una Riflessione pastorale sul coinvolgimento con i social media, dal titolo Verso una piena presenza. Attraverso una serie di post, mettiamo in evidenza gli aspetti più peculiari. Ecco il post [9], relativo ai nn. 59-63.
«Come comunità di fede, la Chiesa è in pellegrinaggio verso il Regno dei Cieli. Poiché i social media e, più in generale, la realtà digitale, sono tra gli aspetti cruciali di questo cammino, è importante riflettere sulle dinamiche di comunione e comunità riguardo alla presenza della Chiesa nell’ambiente digitale. […]
La comunità ecclesiale si forma dove due o tre si riuniscono nel nome di Gesù (cfr. Matteo 18,20), indipendentemente dalla propria origine, residenza o appartenenza geografica. Se da un lato possiamo riconoscere che con la trasmissione della Messa la Chiesa è entrata nelle case delle persone, dall’altro è necessario riflettere su che cosa significa “partecipazione” all’Eucaristia […]. A questo proposito, dobbiamo riscoprire il legame tra la liturgia che si celebra nelle nostre chiese e la celebrazione del Signore con i gesti, le parole, le preghiere nella propria casa. In altre parole, dobbiamo ripristinare il ponte tra le nostre mense familiari e l’altare, dove siamo nutriti spiritualmente attraverso la ricezione della Santa Eucaristia e confermati nella nostra comunione di credenti.
Non si può condividere un pasto attraverso uno schermo. Tutti i nostri sensi sono coinvolti quando condividiamo un pasto: il gusto e l’olfatto, gli sguardi che contemplano i volti dei commensali, mentre si ascolta la conversazione che si crea a tavola. Condividere un pasto a tavola è la prima forma di attenzione verso l’altro, che favorisce le relazioni tra membri della famiglia, vicini, amici e colleghi.
Allo stesso modo, all’altare partecipiamo con tutta la persona: mente, spirito e corpo sono coinvolti.
La liturgia è un’esperienza sensoriale; entriamo nel mistero eucaristico attraverso le porte dei sensi che vengono risvegliati e nutriti nel loro bisogno di bellezza, significato, armonia, visione, interazione ed emozione. Soprattutto, l’Eucaristia non è qualcosa che possiamo semplicemente “guardare” ma è qualcosa che ci nutre veramente.
L’incarnazione è importante per i cristiani. Il Verbo di Dio si è incarnato in un corpo, ha sofferto ed è morto con il suo corpo e nella Risurrezione è risorto con il suo corpo. Dopo essere tornato al Padre, tutto ciò che ha vissuto con il suo corpo è confluito nei sacramenti. È entrato nel santuario celeste e ha lasciato aperta una via di pellegrinaggio. Attraverso questa via, il cielo si riversa su di noi».
«Essere connessi oltre i confini dello spazio non è una conquista di “meravigliose scoperte tecnologiche”. È qualcosa che sperimentiamo, anche senza saperlo, ogni volta che ci “riuniamo nel nome di Gesù”, ogni volta che partecipiamo alla comunione universale del corpo di Cristo. Lì ci “connettiamo” con la Gerusalemme celeste e incontriamo i santi di ogni tempo e ci riconosciamo reciprocamente come parti dello stesso Corpo di Cristo. Pertanto, come ci ricorda Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2019, il social web è complementare – ma non sostitutivo – di un incontro in carne e ossa che prende vita attraverso il corpo, il cuore, gli occhi, lo sguardo e il respiro dell’altro. “Se una famiglia usa la rete per essere più collegata, per poi incontrarsi a tavola e guardarsi negli occhi, allora è una risorsa. Se una comunità ecclesiale coordina la propria attività attraverso la rete, per poi celebrare l’Eucaristia insieme, allora è una risorsa. […] La Chiesa stessa è una rete tessuta dalla comunione eucaristica, dove l’unione non si fonda sui like, ma sulla verità, sull’amen, con cui ognuno aderisce al Corpo di Cristo, accogliendo gli altri”».