100 volte tanto

«Molti sono abituati a pensare che i cristiani credano esista una sorte di “continuità al contrario” tra felicità terrena e felicità eterna, tra avere una vita riuscita qui e una vita riuscita nell’aldilà. L’idea sarebbe questa: se soffri qui poi nell’aldilà sarai felice. Ma non è così. Ci sono parole di Gesù che abbiamo sentito tante volte e che spesso non hanno alcuna risonanza nella nostra vita quotidiana. È quando Gesù ebbe a dire: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Matteo 19,29). Ci è chiaro che cosa voglia dire rinunciare, immaginiamo che stringere la cinghia in questa vita possa portare a qualche tipo di paradiso futuro, ma non sappiamo come vivere il Vangelo adesso possa renderci felici già “qui e ora” addirittura “cento volte tanto”.

Chi si avvicinava a Gesù duemila anni fa poteva sperare di ricevere una vita guarita perché arrivava a Cristo senza pregiudizi verso di Lui. La gente di oggi invece, non di rado, pur avendo una vita ferita come le vite ferite di duemila anni fa, non immagina che il Vangelo possa essere una cura efficace per la vita qui: spesso pensa sia solo un insieme di no che magari non condivide, e questo pregiudizio costituisce un ostacolo che impedisce di arrivare a Cristo».

È quanto scrive Mauro Leonardi, prete, educatore, scrittore e opinionista, nel suo ultimo libro 100 VOLTE TANTO, Edizioni San Paolo 2023, pp. 190.

«L’ebreo che leggeva la Bibbia duemila anni fa non trovava in essa solamente un testo di preghiera o di meditazione. Cercava, è vero, tra quelle pagine, un modo di pregare, oltreché la propria storia e la propria genealogia, ma la sua aspettativa non era circoscritta a quei confini. Leggendo come si costruiva l’arca di Noè, oltre a recepire degli insegnamenti perenni, scopriva anche un manuale per realizzare imbarcazioni. E lo stesso valeva per l’agricoltura, la pastorizia o il modo di fare guerra. Non parliamo poi dell’economia o della giustizia sociale. I dieci comandamenti, non rubare, non uccidere, non dire falsa testimonianza, oltre a fornire delle indicazioni sul piano morale erano anche, in nuce, la creazione di uno stato di diritto ante litteram. Erano dei comportamenti che costruiscono una civiltà. Erano l’edificazione di una società civile».

Nel suo libro, Mauro Leonardi sostiene, in pratica, «che il Vangelo non ci insegna solo la strada per il Cielo ma anche quella per la terra». E, attraverso innumerevoli paralleli fra passi biblici, situazioni di vita reale e case studies aziendali (Apple, Swatch, Mercedes, Airbnb, Netflix, Walmart e tanti altri), fornisce gli strumenti per vivere una vita all’insegna dei valori evangelici, affinché ci si possa sentire realizzati e felici, già oggi, qui e ora – e non vivere in attesa di una gioia troppo spesso relegata a un futuro dall’aspetto solo consolatorio.

Pietro Cum, Ceo (Amministratore Delegato) di Elis, commenta così il viaggio che Mauro Leonardi propone: «Parole pronunciate da Gesù duemila anni fa risuonano ancora oggi limpide e piene di senso. Parole che possono aprire gli occhi di tanti di noi, sempre affannati dal “qui e adesso”, facendoci intuire prospettive di futuro ed esperienza di un mondo che comincia a imparare che il vero bene da ricercare è la felicità di chi ci è prossimo, dalla quale dipende, per via diretta e un po’ misteriosa, anche la nostra».