Parlare col cuore: la verità si realizza nell’amore
l profeta Osea è chiamato, nella sua vicenda personale, a rivelare, presso il popolo, il volto di Dio. Sposa una donna di Israele, di quel Popolo che dovrebbe essere “sposa” del Signore e che invece si sta prostituendo con gli idoli. Osea ha il compito di essere segno: si immerge nella realtà del popolo.
Si rivolge così alla sua donna, ma in realtà si rivolge a tutto il popolo. E lo accusa. Rinfaccia tutte le trasgressioni, gli amanti, cioè aver preferito gli idoli e tutto ciò che è idolatria anziché l’amore incondizionato di Dio. In questa situazione, “Lei non è più mia moglie e io non sono più suo marito!” (Osea 2,4); ha detto: “Seguirò i miei amanti, che mi danno il mio pane e la mia acqua, la mia lana, il mio lino, il mio olio e le mie bevande” (Osea 2,7). Gli idoli sono tutto ciò che si sostituisce a Dio: i nostri bisogni, il denaro, la carriera, la nostra idea di felicità, e qualunque cosa che facciamo diventare un assoluto nella nostra vita.
Tutto si svolge come in un processo. L’accusa è lunga, perché sono tante e continuative le colpe della “moglie” di Osea. A questo punto, la sentenza pare ovvia: di condanna, con la conseguente pena da espiare: “La punirò per i giorni dedicati ai Baal, quando bruciava loro i profumi, si adornava di anelli e di collane e seguiva i suoi amanti, mentre dimenticava me!” (Osea 2,15).
Osea pensa a vari modi per vendicarsi con la moglie. Ma quella non è la logica di Dio e, di conseguenza, neanche del profeta. Così, ecco la conclusione “Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore… Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – mi chiamerai: Marito mio” (Osea 2,16-18). E la donna che seguiva i suoi amanti, che si faceva bella, orgogliosa dei tanti doni, diventa colei di cui Dio dice: “Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore” (Osea 2,16-22).
Questa è la logica di Dio: pratica certamente la verità, ma la realizza nell’amore. Ciò è evidente attraverso la voce dei profeti, che riportano la sua parola: “Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento” (Geremia 2,2); “ti ho amato di un amore eterno” (Geremia 31,3); “Mi ricorderò dell’alleanza conclusa con te dal tempo della tua giovinezza e stabilirò con te un’alleanza eterna” (Ezechiele 16,60); e “non si allontanerebbe da te il mio affetto né vacillerebbe la mia alleanza di pace” (Isaia 54,10).
In qualsiasi luogo Dio si manifesta, lo fa sempre nell’amore. Quando parla all’uomo, gli parla col cuore, e si rivolge all’altro cuore. Non vuole essere capito; vuole essere amato!
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