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Negli anni 1902-1904 don Giacomo Alberione vede chiaramente la sua missione: opporsi al dilagare di errori con una stampa e una propaganda fatta da persone di virtù provata, di dottrina profonda e di fedeltà al Papa.
Nel 1908 inizia a individuare dei ragazzi che potevano riuscire bene in questo apostolato. Una buona occasione avviene il 12 settembre 1911, quando il vescovo di Alba, Mons. Giuseppe Re, gli affida la direzione del settimanale la “Gazzetta d’Alba”. Il 14 luglio 1914 don Alberione presenta al Vescovo, che approva il 20 dello stesso mese, il progetto di una organizzazione per la buona stampa. Il 24 luglio affitta un tratto di casa in Piazza Cherasca, il 26 acquista le prime macchine e i mobili più indispensabili. Il 20 agosto entra a dar vita alla nuova famiglia il primo alunno, poi ne arriva un secondo, un terzo, ecc.; verso la fine del 1914 sono sei; nel 1915, nove; nel 1916, quattordici; nel 1917, 18; nel 1919, trentacinque; nel 1920, quarantadue; nel 1921, novanta. È questa l’origine della Società San Paolo. Ad Alba. La data ufficiale viene fissata al 20 Agosto 1914. Caratteristica della piccola comunità, che si incrementa negli anni, oltre il lavoro di tipografia, è un particolare tipo di vita che fa perno sulla preghiera.
Nell’aprile 1915, don Alberione sceglie una nuova abitazione fuori città, in località San Cassiano, che però risulta scomoda per la fatica e la perdita di tempo causata dal dover scendere e risalire due volte al giorno, per recarsi al lavoro in città. La tipografia, infatti, era distribuita in due stabili, uno in via Mazzini, per la stampa; l’altro, per la confezione degli stampati, vicino alla stazione ferroviaria. Questo stato di cose obbliga la piccola comunità a un secondo trasloco, in un vecchio edificio di piazza San Giuseppe, attiguo alla chiesa omonima. Siamo alla fine del 1916. Nella nuova residenza, ha inizio, in senso proprio, la Società San Paolo. Vengono organizzati in modo più regolare gli esercizi di pietà, da alternarsi al lavoro e allo studio.
Finora in tipografia i giovani erano aiutati da operai, i quali si assumevano l’onere dei lavori più impegnativi. Il Fondatore, tuttavia, intendeva che l’Apostolato fosse esclusivamente opera di apostoli… perciò il lunedì di Pasqua del 1917 viene licenziato il personale esterno. Con i nuovi apostoli la tipografia si ingrandisce. Aumenta il lavoro anche per la decisione di stampare la Gazzetta d’Alba, il settimanale diocesano che don Alberione dirige già da alcuni anni.
Il 19 ottobre 1919, venne ordinato sacerdote un chierico su cui don Alberione – ancora impegnato in seminario con varie ore di scuola – aveva posto gli occhi da tempo: don Giuseppe Giaccardo. Fu il primo degli otto chierici che il 20 luglio del 1919 erano venuti dal seminario a irrobustire le file dei giovani di don Alberione. Nello stesso anno erano già un’ottantina, tanto da rendere necessaria una organizzazione e sistemazione nuovi. Si decide per una casa propria, adatta agli studi e all’apostolato sempre più impegnativo e di sempre più vaste prospettive. Su un vasto terreno precedentemente acquistato, don Alberione fa costruire un primo tratto di casa, raddoppiato nel 1923, a cui si aggiungono altri due fabbricati, nel 1924 e 1925. Il reparto tecnico si ingrandisce con l’acquisto in blocco di una tipografia in fallimento a Sesto San Giovanni.
Il 5 ottobre 1921, sentendo ormai maturi i tempi, don Alberione chiede e ottiene di erigere la Congregazione canonicamente; l’atto è sancito con la prima professione degli otto chierici venuti dal Seminario e dei due chierici Ambrosio e Marcellino. La casa di Alba viene così ad avere un assetto giuridico, con Superiore lo stesso don Alberione, che rimarrà in carica fino al 1936.
Nel 1924, la Pia Società S. Paolo comprende circa 600 persone, con una quindicina di macchine da stampa di vario tipo e parecchie macchine compositrici per la stampa di libri, periodici e circa 300 bollettini parrocchiali.
Sulla fine del medesimo anno si dà inizio alla costruzione di un grandioso tempio dedicato a S. Paolo, aperto al culto nell’ottobre del 1928. Particolare curioso, dagli Atti della Casa risulta che la «prima pietra» della Chiesa è un mattone che durante l’Anno Giubilare del 1925 chiudeva la Porta Santa della Basilica di S. Paolo.
Dal 1925 in poi la casa di Alba si può considerare fuori dall’epoca delle origini. Con l’approvazione diocesana del 1927, essa prende un assetto decisamente più regolare. Nel 1936 il Fondatore lascia il superiorato per recarsi a Roma, ove nel frattempo si era aperta una nuova sede.
Nel pensiero del Fondatore le difficoltà economiche, talvolta gravose; la difficoltà di imporsi, con gli scarsi mezzi a disposizione, nel campo editoriale; le piccole e grandi rivalità degli invidiosi pronti sempre a ostacolare con ogni mezzo lo sviluppo della Casa; perfino le perplessità che rendevano titubanti le autorità ecclesiastiche… perdono d’importanza dinanzi al difficile compito di far assimilare l’idea di un Apostolo e di un Apostolato concepiti secondo direttive innovatrici.
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