Il Paolino è un testimone autentico dell’Apostolato, con uno stile di vita che ha l’evangelizzazione come centro ispiratore della sua missione, creativo e audace come san Paolo e il beato Giacomo Alberione.
I Paolini sono un gruppo di apostoli che hanno uno stile di vita originale: vivere e testimoniare la fede con i linguaggi della comunicazione e incarnare il Vangelo nella cultura di comunicazione.
Essere Paolini non si identifica con una editoria cattolica, per quanto ben fatta, efficiente ed efficace; si identifica piuttosto con uno stile di vita che, per apostolato, genera un’editoria di comunicazione del Vangelo.
Don Alberione, seguendo l’impulso dello Spirito, ha dato inizio a una nuova vocazione, una nuova predicazione.
Ed ecco le caratteristiche che impregnano la vita dei Paolini.
- Siamo chiamati ad essere apostoli! “Apostolo è colui che porta Dio nella sua anima e lo irradia attorno a sé. […] Egli trasuda Dio da tutti i pori: con le parole, le opere, le preghiere, i gesti, gli atteggiamenti; in pubblico e in privato; da tutto il suo essere. Vivere di Dio! e dare Dio” (Don Alberione, Ut perfectus sit homo Dei. Aprile 1960. Edizioni San Paolo 1998, vol IV, pp. 277-278).
- Siamo chiamati ad essere santi! È lo stesso don Alberione a indicare gli elementi di un vero apostolo paolino: “L’apostolato nostro richiede la scienza. Prima la scienza comune, poi la scienza dei mezzi di comunicazione. Il Signore, però, soprattutto ci chiede che ad usare questi mezzi ci sia un gruppo di santi” (San Paolo, Marzo 1969).
- Siamo chiamati ad amare la vocazione paolina! “Fieri” del carisma che ci è stato affidato. E lo vogliamo vivere con autenticità. Per metterlo con gioia al servizio della Chiesa con la testimonianza quotidiana di una vita autenticamente paolina:
- una vita fedele al Signore e al carisma ricevuto tramite don Alberione,
- una vita segnata dall’ascolto di Dio e nutrita dal pane di vita,
- una vita intrisa di gratuità, carità, disponibilità, condivisione, donazione sull’esempio di san Paolo,
- una vita giustificata dalle ragioni della speranza insite nella missione di comunicare il Vangelo a tutti gli uomini con tutti i mezzi.
- Siamo chiamati a camminare insieme: capaci di “fare squadra”, consapevoli di ciò che ci unisce: la nostra vocazione! “L’apostolato paolino esige un forte gruppo di redattori, tecnici, propagandisti. Tutti devono accordarsi come si accordano gli artisti che presentano una bella opera. Quante volontà ed energie slegate, disorganizzate, si esauriscono in desideri, in tentativi, in delusioni. Occorre che tutti insieme si prepari il pane dello spirito e della verità” (Don Alberione, Ut perfectus sit homo Dei. Aprile 1960. Edizioni San Paolo 1998, vol I, p. 288).
- Siamo chiamati, nel mondo della comunicazione, non solo ad essere professionisti, ma “professionisti paolini”, consacrati che vivono e annunciano Cristo nel mondo della comunicazione.
Schematicamente, ecco alcune caratteristiche che don Alberione indica come essenziali per il buon compimento dell’apostolato Paolino:
- mirare agli interessi di Dio;
- amare il compito affidato;
- capaci di vivere in unità;
- comprendere il proprio apostolato nella Chiesa e nella Congregazione;
- preparazione professionale;
- essere intraprendenti;
- pastoralità: conoscere bene il pubblico a cui ci rivolgiamo e rispondere alle loro esigenze;
- grande capacità di diffusione del Vangelo.
- Siamo chiamati ad essere “oggi” una presenza qualificata nella Chiesa e nel mondo della comunicazione. Naturalmente, il mondo e il mondo della comunicazione di “oggi”. Un mondo fluido, “liquido”, all’apparenza sfuggente. Questo “oggi” va incontrato con una consapevolezza e un atteggiamento “profetico”. E chi è profeta non ha paura di andare anche in luoghi sconosciuti e di rimodellare le proprie coordinate.
Certamente essere consapevoli dei bisogni, di ciò che manca, ma ciò che conta è il potenziale profetico e il desiderio di raggiungere tutti, in una modernità ormai “liquida”, dove alcuni degli abitanti del mondo sono in continuo movimento, mentre per tutti gli altri è il mondo che si rifiuta di stare fermo…
- Siamo chiamati a una esemplarità di vita, a essere testimoni. Esemplarità che diventa autorevolezza nell’apostolato, nella comunicazione, nelle relazioni e nella gestione di tutte le risorse di cui disponiamo. Abbiamo una missione da compiere, siamo dei missionari, missionari della metropoli, come amava definirci don Alberione, missionari nel mondo della comunicazione.
Tre i requisiti richiesti.
Presenza: noi in quanto missionari siamo degli inviati nel mondo della comunicazione per annunciare la Parola di vita. Come si caratterizza quindi la presenza paolina?
- Esserci nel mondo della comunicazione; e da protagonisti!
- Una presenza di servizio! Sempre alla ricerca del bene comune.
- Non solo esserci. Ma restarci. È essere presenza di Cristo nell’impegno apostolico e nell’ambiente in cui viviamo, 24 ore su 24! Restarci consapevoli di quanto il Signore richiede; consapevoli del nostro essere apostoli.
- Restarci non da singoli, ma come comunità di apostoli! Una grande orchestra, che suona la musica di Dio.
- E, nel territorio, esserci da paolini. Per un ministero paolino che è condivisione di un carisma, di una spiritualità, che è formazione alla comunicazione.
Visibilità. Essere “oggi” una presenza qualificata nella Chiesa e nel mondo della comunicazione. Un “oggi” che va incontrato con una consapevolezza e un atteggiamento “profetici”. E chi è profeta non ha paura di andare anche in luoghi sconosciuti e di rimodellare le proprie coordinate.
La missione spinge oltre la presenza, verso l’epifania: essere un missionario non è ciò che faccio; è ciò che sono.Di qui la necessità di:
- persone vere, autentiche, esemplari… siamo prima di tutto discepoli della Parola, capaci di ascolto di Dio e della sua volontà; che ammaestrano con un annuncio appassionato, pieni di zelo che è gelosia di Dio, e non accettano che l’uomo si perda;
- comunità aperte, accoglienti; comunità paoline che condividono una spiritualità e un carisma nella Chiesa;
- centri apostolici con una chiara identità evangelizzatrice: con le “richieste” di Dio oltre che le leggi aziendali;
- avere un progetto di “epifania”, che esprime la nostra identità e missione anche tramite le nostre opere.
Credibilità. Che si configura come una “relazione” legata alla fiducia, al mantenimento delle promesse, alla benevolenza intesa come apertura verso l’altro, a disinteresse e indipendenza, spontaneità, simpatia, feeling.
- Siamo chiamati a proclamare il Vangelo; il nostro annuncio deve farsi parola:
- siamo chiamati, sempre e comunque, a manifestare il progetto d’amore di Dio sull’umanità (= evangelizzazione), e annunciare la sua buona notizia portata all’uomo (= Vangelo);
- insieme con i nostri collaboratori laici, insieme con tutta la Famiglia Paolina siamo chiamati a suonare, concordi, “la sinfonia del sì”:
– del sì a Dio che viene nel mondo per salvarlo;
– del sì alla vita da difendere sempre e dovunque;
– del sì al grido dei poveri per dare voce a chi non ha voce;
– del sì alla pace, bene prezioso da costruire giorno per giorno;
– del sì alla solidarietà e alla giustizia,
– del sì alla verità.
- in un mondo che si allontana sempre più da Dio, abbiamo il compito di continuare l’opera di Dio oltre al saper di tutto parlare cristianamente; provvedere agli altri, alle necessità del mondo, con lo scopo di “fare a tutti la carità della verità” come amava esortare il Beato Alberione, nostro fondatore.
- Siamo chiamati a “protenderci costantemente in avanti”. Siamo chiamati a essere innovatori, per attuare ogni giorno l’inedito del carisma paolino nella storia, e per rispondere alle richieste che la storia fa oggi alle intuizioni profetiche di don Alberione. Questa è la via per un nuovo slancio missionario, quello stesso slancio che ha dato origine a tutte le nostre opere di apostolato!
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