Nel Vangelo di Matteo (13,24-30) viene riportata la parabola del grano e della zizzania. Immagine di quanto avviene nella vita di ogni giorno, dove si sperimentano sia il bene che il male. «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania». Gesù non spiega da dove viene la zizzania. Dice semplicemente: «Un nemico ha fatto questo», e alla fine lo identifica con il diavolo. Si dilunga però nello spiegare come ci si deve comportare quando il male emerge. La tentazione è di sradicare subito questa pianta infestante. Ma così si rischierebbe di rovinare anche il grano. Meglio lasciarli insieme e, alla fine, verranno separati.
C’è il male. Ma, se andiamo alle origini (libro della Genesi, 2,4b-3,24), scopriamo l’assoluta bontà di Dio e la positività del mondo che Dio ha creato.È scritto: «Il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato» (Genesi 2,8). Siamo abituati a identificare il “giardino in Eden” come il paradiso, il luogo di delizie. Ma il testo ha una particolarità. Distingue il “giardino” da “Eden”, il cui significato, dal sumero, è quello di steppa, deserto. In mezzo al deserto, in mezzo al caos, Dio “pianta un giardino”. È affermata la bontà del mondo, con il deserto che gli fa da confine.
La bontà del mondo continua ad essere resa possibile se si accoglie il progetto di Dio. È Dio che ha piantato “il giardino”. La bontà del mondo è di origine divina. Perché il bene del mondo continui ad esistere, Dio chiede all’uomo di accogliere il suo progetto di bellezza e di bontà. Per l’autore del racconto biblico, il mondo è, e resta buono, “se” il volere di Dio viene accolto dal volere dell’uomo, se il volere dell’uomo si identifica con il volere di Dio. «Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire» (Genesi 2,16-17).
La bontà del mondo è dunque condizionata dal volere dell’uomo. Se aderisce al volere di Dio, il mondo si fa buono; mentre al di fuori di esso si fa caos, portatore di negatività e di morte.
Il testo biblico, nonostante la bontà del progetto divino, mostra come di fatto non venga rispettato dall’uomo. Se vediamo che il mondo non è buono e si trovano, in prevalenza, sofferenza, ingiustizia, violenza, oppressione, miseria, guerre… ciò dipende dalle scelte delle persone. Esse, infatti, nella loro libertà, possono rifiutare la missione di bene che Dio affida. L’origine del male è nel volere dell’uomo, che rivendica per sé la signoria sul mondo, anziché accogliere e riconoscere il dono di Dio.
[“Voi dunque pregate così: Padre nostro”, 40 – continua]
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